Efficienza, Assoesco: “Sanzioni Gse, serve proporzionalità”

“Da Quotidiano Energia, 19 Luglio 2017”.

Lettera a Mise, Minambiente e ministero PA: “Se non c’è intenzione fraudolenta optare per restituzione parziale incentivi o ammenda”. Olivieri: “Sostenibilità finanziaria è tema cruciale, necessario un fondo”

Il tema della “rigidità” delle sanzioni Gse ancora al centro del dibattito.
Dopo la mozioneM5S (QE 1 9/7), ora anche Assoesco si è rivolta alle istituzioni chiedendo di “introdurre un
principio di proporzionalità” nel’attività di controllo del Gestore, in questo caso con riferimento agli incentivi per l’efficienza energetica.
L’associazione confindustriale che raggruppa oltre 70 aziende del settore ha inviato una lettera a Mise, Minambiente e ministero della PA per modificare l’attuale sistema sanzionatorio, basato sull’integrale recupero degli incentivi erogati, indipendentemente dalla gravità, dalle possibili cause e dall’entità degli effetti delle violazioni o inadempienze.
Il tutto in applicazione del decreto ministeriale 31 gennaio 201 4, che a sua volta attuava
l’art. 42 del D.lgs. n. 28 del 2011 .
“Tali rigide regole, doverose e pienamente condivise nei casi di manifesta fraudolenza dichiara Roberto Olivieri, presidente di Assoesco – possono determinare importanti problematiche di interesse pubblico quando un Ente della Pubblica amministrazione o un soggetto privato debbano restituire per intero somme precedentemente erogate anche in
assenza di un’intenzione fraudolenta. Ci auspichiamo si possano riconsiderare le norme
al fine di introdurre un principio di maggiore proporzionalità e ragionevolezza nell’applicazione delle sanzioni, propendendo piuttosto per una restituzione parziale del pregresso o per ammende che non inficino la struttura generale del processo incentivante”.
Azione che, prosegue l’associazione, sarebbe peraltro sul solco di quanto disposto dal Decreto Legge “Manovrina” che introduce per gli impianti fotovoltaici maggiori ai 3kW che hanno avuto problemi nelle certificazioni dei pannelli, la modifica della sanzione prevedendo che non ci sia più la cancellazione totale dell’incentivo ma la riduzione all’80%.
Il tutto tenendo conto che gli interventi di efficienza energetica “sono generalmente attività tecnicamente complesse che rendono necessaria una normativa altrettanto complessa e oggettivamente non univocamente interpretabile e applicabile in ogni specifica situazione”. Pertanto “ci può essere la possibilità di errori formali o di interpretazione normativa nella presentazione delle richieste di incentivi, anche agendo con diligenza e buona fede”.
Olivieri rimarca poi come la sostenibilità finanziaria dei progetti sia uno dei principali limiti riscontrati in settori con “enorme potenziale di efficientamento ma con scarsa propensione agli investimenti diretti”, quali PA e piccola impresa. “Sono tuttavia le stesse Esco – spiega il presidente – a registrare una notevole difficoltà di accesso al credito ed è proprio per mitigare il loro rischio solvibilità che Assoesco propone di istituire strumenti di sostegno, in primis un nuovo fondo di garanzia che permetta agli istituti di credito una maggiore capacità di finanziare i progetti”.